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La raccolta di Francesco Masala rappresenta una delle esperienze più alte della poesia sarda, annoverata fra gli esempi più riusciti nelle sintesi e nelle antologie di letteratura dialettale d'Italia. "Poesias in duas limbas" è il punto d'arrivo di un lungo tirocinio poetico: a partire dagli anni cinquanta di Pane nero (silloge che darà qui il titolo alla prima sezione) Masala giunge, operando uno scavo sempre più profondo su pochi motivi essenziali, ad una sintesi poetica che è anche canto dolente di un popolo, rimodellato sui moduli della poesia contemporanea. Le "due lingue" del poeta, sardo e italiano, giocano sulla pagina a fronte in un attestato di bilinguismo letterario, però rappresentano anche "due culture" che altrimenti si fronteggiano in uno scompenso di rapporti che va dal fascismo alle ciminiere dell'industria chimica.